Aloisa è piccoletta, ben in carne, dal suo basamento nei pressi della piazza del Biscione occhieggia a braccia conserte verso i turisti.
Le sembianze della statua che la raffígura sono fedeli al ritratto Aloisa che fece di sé, guidando la mano di un medium nel corso di una seduta spiritica dove pare narrò la sua storia che gli abitanti del borgo raccontano: Aloisa era la sposa di un Capitano di Milizia che morì di gelosia in seguito al tradimento del marito, e da allora pare, vaga per il Castello e il parco.
Di notte, così dice la storia che viene tramandata, Aloisa si rifugia tra la mura del castello e si comporta in maniera assai manesca, tirando i piedi e schiaffeggiando gli ospiti, a meno che questi le facciano dei doni, appendendo alla statua, posta ín una delle stanze, collane e monili, che ne appaghino la vanítà di spettro femminile.
Ecco dunque che la statua della Aloisa castellana sfoggia, con fare civettuolo i doni dei previdenti ospiti che - credere o non credere - hanno comunque preferito ingraziarsi lo spettro.
Aloisa è una burlona e ne combina di tutti i colori, ad un reporter che voleva fotografare la sua statua, gli inceppò la fotocamera e gli fece numerosi guai con il lampeggiatore.
In questi ultimi anni Aloisa è diventata anche la protettrice degli innamorati, una specie di San Valentino in gonnella.
La prima volta che sono stata a Grazzano la storia mi è stata raccontata in maniera diversa e cioè che non si trattava di un fantasma burlone ma di una donna che piangeva e gridava spaventando la gente e che appariva a mezzanotte nelle sere d'estate e in altre occasioni in inverno spaventando gli incauti turisti che si attardavano nel borgo. Io in realtà non la ho mai vista ma mi piace pensare che sia un fantasmino buono nonostante le prime volte sentissi un pò di gelo all'avvicinarsi della sera e una volta passando davanti alla sua casa mi si è davvero accapponata la pelle :)
Nessun commento:
Posta un commento